Gli oggetti e le sculture in terracotta sono
realizzati tramite la modellazione di un impasto di argilla che può essere
eseguita a mano, al tornio o a stampo. Poi si passa all’essiccazione che può
avvenire esponendo l’oggetto sia all’aria aperta, sia in un ambiente caldo
dove, per deumidificazione, la pasta può acquistare consistenza e stabilità, in
modo da evitare deformazioni in fase di cottura. Dopo la modellazione, prima
della cottura ed eventualmente della decorazione, si passa
all’impermeabilizzazione che può avvenire con mezzi e sistemi diversi, tra i
quali l’invetriatura.
L’impermeabilizzazione per invetriatura è ottenuta
immergendo l’oggetto nella cristallina (o vetrina): si tratta sostanzialmente
di una vernice trasparente costituita da silice pura ed ossido di piombo. Il
processo di invetriatura riunisce in se, oltre alla fase
dell’impermeabilizzazione, anche la fase della decorazione, in quanto, usando
terre naturali, la cristallina può essere colorata: l’azzurro si ottiene con il
cobalto, il verde con il rame, la porpora ed il turchino con il manganese, il
bruno ed il giallo con l’antimonio ed il ferro, mentre aggiungendo ossido di
stagno, si ottiene il bianco. Dopo la fase dell’impermeabilizzazione,
avviene la cottura; sono indispensabili più cotture.
Nel periodo medievale, l’utilizzo della terracotta
in campo artistico passò in disuso, in quanto veniva considerata un’arte minore
rispetto alla pittura, alla scultura ed all’architettura. È con il Rinascimento
però che avvenne la riscoperta generale di tutte le arti. Anche la
terracotta, ed in particolar modo la terracotta invetriata, ritorna in auge
soprattutto grazie ai Della Robbia che, fiorentini d’origine, furono, tra il XV
e il XVI secolo, una delle famiglie più celebri e importanti di scultori e
ceramisti. In particolar modo Luca Della Robbia fu colui il quale capì che i
vantaggi della terracotta potevano essere molti, sia dal punto di vista
economico che da quello della rapidità dell’esecuzione. Lo scultore fiorentino
riscoprì la tecnica della ceramica invetriata, realizzando opere impermeabili,
lucide, compatte e resistenti, grazie all’uso di una vernice, composta da
piombo e silicio, applicata sulla superficie dell’opera. Il successo
presso le corti ed i collezionisti aristocratici di tutta Europa, le numerose
commissioni e la concorrenza fra artisti, fecero in modo che la formula della
terracotta invetriata rimase per molti secoli un vero e proprio mistero: tutti
i Della Robbia nascosero gelosamente metodi e procedimenti tecnici, riuscendo a
convincere i contemporanei del fatto che avessero realizzato una grande
invenzione. Tuttavia non era un'invenzione, bensì la rinascita di un'arte
elaborata dalle antiche civiltà orientali ed ereditata dal mondo romano e
bizantino poi trasmessa per tramite degli arabi nelle regioni europee, in
particolare in Spagna nell'isola di Maiorca, centro di smercio di stoviglie,
vasellame e smalti.